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Protesi inversa di spalla: che cos’è, quando si usa e perché funziona

  • Raffaele Pezzella
  • 22 nov
  • Tempo di lettura: 3 min
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La protesi inversa di spalla è una delle innovazioni più importanti degli ultimi decenni in ambito ortopedico. È un tipo particolare di protesi che permette di recuperare funzione e ridurre il dolore anche in situazioni in cui le normali protesi “anatomiche” non sarebbero efficaci.

Per capire perché viene utilizzata, è utile conoscere come funziona la spalla e quali problemi possono comprometterne il movimento.





Perché a volte la spalla non funziona più?



La spalla è un’articolazione molto complessa, capace di grande mobilità grazie alla combinazione fra ossa, legamenti e – soprattutto – alla cuffia dei rotatori: un gruppo di tendini che stabilizza la testa dell’omero nella glena (la “scodellina” della scapola).


Quando la cuffia dei rotatori è integra, la spalla si muove in modo armonico, mantenendo l’omero centrato.

Quando invece i tendini sono gravemente danneggiati, la testa dell’omero tende a “risalire”, causando dolore e perdita progressiva di forza e movimento.





Che cos’è la protesi inversa di spalla



Nella protesi anatomica, la forma dell’articolazione viene rispettata: la parte sferica (la testa dell’omero) rimane sull’omero e la parte concava sulla scapola.


Nella protesi inversa, come suggerisce il nome, i ruoli vengono invertiti:


  • una sfera (glenosfera) viene fissata sulla scapola,

  • una coppa concava viene montata sull’omero.



Questo “ribaltamento” permette di modificare la biomeccanica dell’articolazione e compensare la mancanza della cuffia dei rotatori.





Come funziona: la biomeccanica spiegata in modo semplice



La protesi inversa permette alla spalla di muoversi sfruttando principalmente il muscolo deltoide, che diventa il vero motore dell’elevazione del braccio.


Grazie al nuovo design:


  • il centro di rotazione dell’articolazione viene medializzato (spostato verso l’interno),

  • la leva del deltoide viene aumentata,

  • l’articolazione diventa più stabile, anche in assenza di cuffia dei rotatori.



In pratica, la protesi “ricrea” un sistema meccanico in cui il deltoide può sollevare il braccio anche quando i tendini naturali non sono più funzionanti.





Quando è indicata la protesi inversa di spalla



Le indicazioni principali sono:



1. Artropatia da lesione irreparabile della cuffia dei rotatori



È la causa più frequente.

Quando la cuffia è gravemente distrutta, l’omero perde stabilità e si sviluppa un’artrosi caratteristica, spesso molto dolorosa.



2. Fratture complesse dell’omero prossimale negli anziani



Quando le fratture sono molto scomposte e i frammenti ossei (soprattutto i tubercoli) non possono essere ricostruiti con affidabilità, la protesi inversa offre risultati più sicuri e prevedibili.



3. Artrosi di spalla con cuffia non funzionante



In alcuni casi l’usura dell’articolazione si associa a lesioni croniche dei tendini.



4. Revisioni di protesi anatomiche fallite



Quando una protesi tradizionale non funziona a causa di una lesione secondaria della cuffia o instabilità persistente, la soluzione può essere convertire il tutto in una protesi inversa.



5. Alcuni casi di instabilità cronica e deformità ossee



La protesi inversa può essere utile quando la glena è molto consumata o deformata, perché consente una migliore stabilizzazione.





Quali risultati ci si può aspettare



Nella maggior parte dei pazienti, la protesi inversa consente:


  • riduzione significativa del dolore,

  • recupero di una buona mobilità (soprattutto elevazione e abduzione),

  • miglioramento della forza,

  • migliore qualità della vita nelle attività quotidiane.



La rotazione esterna può rimanere limitata se i tendini posteriori (sottospinato e piccolo rotondo) sono gravemente compromessi.





Cosa non è una protesi inversa



Non si tratta di una “protesi migliore” in assoluto:

è una protesi diversa, progettata per situazioni in cui la cuffia dei rotatori non permette il corretto funzionamento della spalla.

Se la cuffia è integra, spesso si preferisce una protesi anatomica.





Conclusione



La protesi inversa di spalla è una soluzione moderna ed efficace per molte forme di “spalla non funzionante”, soprattutto quando la cuffia dei rotatori è irrimediabilmente compromessa. Grazie alla sua biomeccanica particolare, permette al deltoide di compensare la mancanza dei tendini e restituire al paziente una spalla più stabile, meno dolorosa e più capace.


Se stai affrontando una patologia della cuffia dei rotatori o soffri di artrosi dolorosa della spalla, una valutazione specialistica può aiutare a capire se questa protesi rappresenta la scelta più adatta a te.

 
 
 

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