
Fascite plantare: cos’è, come si manifesta e come si cura
- Raffaele Pezzella
- 22 ott
- Tempo di lettura: 3 min
La fascite plantare è una delle cause più comuni di dolore al tallone. Si tratta di un’infiammazione della fascia plantare, una robusta banda fibrosa che collega il tallone alle dita del piede e che ha il compito di sostenere l’arco plantare durante la camminata. Quando questa struttura si irrita o si danneggia, può comparire un dolore fastidioso che, se non trattato, tende a peggiorare nel tempo.
Le cause: perché si infiamma la fascia plantare
La fascite plantare non ha una sola causa, ma deriva da un insieme di fattori che mettono sotto stress la fascia. Tra i più frequenti troviamo:
Sovraccarico funzionale: chi sta molto in piedi per lavoro, corre o cammina a lungo su superfici dure può sollecitare eccessivamente la fascia.
Calzature inadeguate: scarpe troppo rigide, con scarso supporto dell’arco plantare o prive di ammortizzazione, possono favorire l’infiammazione.
Piede cavo o piede piatto: alcune conformazioni anatomiche alterano la distribuzione del peso sul piede, aumentando la tensione sulla fascia.
Età e rigidità muscolare: con il tempo, il tessuto perde elasticità e i muscoli del polpaccio possono diventare rigidi, riducendo la capacità di assorbire gli urti.
Sovrappeso: un peso corporeo elevato incrementa la pressione sul tallone e sulla pianta del piede.
I sintomi: come riconoscerla
Il sintomo principale è un dolore acuto al tallone, spesso descritto come una “puntura” o una “coltellata” sotto il piede.
Tipicamente:
È più intenso al mattino, appena ci si alza dal letto, o dopo essere stati seduti a lungo.
Migliora un po’ con i primi passi, ma può ricomparire a fine giornata o dopo sforzi prolungati.
A volte si associa a rigidità o gonfiore nella parte inferiore del piede.
In alcuni casi, se l’infiammazione persiste, può svilupparsi una spina calcaneare, un piccolo sperone osseo visibile alla radiografia, che però non sempre è la vera causa del dolore.
La diagnosi
La diagnosi è principalmente clinica: lo specialista ortopedico o fisiatra la effettua dopo una visita accurata, valutando la storia del dolore e la palpazione del piede.
Solo in alcuni casi, per escludere altre cause o valutare lo stato dei tessuti, può essere utile una ecografia o una radiografia.
Il trattamento: dalla terapia conservativa a quella chirurgica
Terapia conservativa (la più efficace e più comune)
Nella maggior parte dei casi, la fascite plantare si risolve senza intervento chirurgico, grazie a un approccio combinato:
Riposo e modifiche dello stile di vita: evitare le attività che peggiorano il dolore (come la corsa o lo stare in piedi per ore).
Ghiaccio locale: applicare impacchi freddi per 10–15 minuti più volte al giorno aiuta a ridurre l’infiammazione.
Farmaci antinfiammatori (su indicazione medica): possono alleviare il dolore nelle fasi acute.
Esercizi di stretching: allungare la fascia plantare e i muscoli del polpaccio è fondamentale per favorire la guarigione.
Plantari su misura o talloniere ammortizzanti: migliorano la distribuzione del carico e riducono la tensione sulla fascia.
Fisioterapia: include tecniche manuali, onde d’urto e laserterapia, molto utili per accelerare i tempi di recupero.
Con un trattamento ben seguito, oltre l’80–90% dei pazienti migliora in pochi mesi.
Terapia chirurgica (solo nei casi resistenti)
L’intervento chirurgico rappresenta l’ultima opzione, riservata ai casi in cui il dolore persiste nonostante mesi di terapie conservative.
L’obiettivo è liberare la fascia plantare o rimuovere eventuali aderenze che mantengono l’infiammazione. Si tratta di un intervento di breve durata, oggi spesso eseguito con tecniche mini-invasive, ma richiede un periodo di recupero post-operatorio e fisioterapia.
Prognosi e prevenzione
La fascite plantare tende a guarire, ma richiede pazienza e costanza. Il recupero può richiedere da poche settimane a diversi mesi, a seconda della gravità e dell’aderenza al programma terapeutico.
Per prevenirne la ricomparsa è utile:
Indossare scarpe comode e ben ammortizzate.
Eseguire stretching regolare di piede e polpacci.
Evitare aumenti improvvisi dei carichi di allenamento.
Mantenere un peso corporeo adeguato.
In conclusione
La fascite plantare è una condizione fastidiosa ma raramente grave. Con le giuste attenzioni e un approccio terapeutico mirato, nella grande maggioranza dei casi si risolve completamente, consentendo di tornare alle normali attività senza dolore.
Un consulto con lo specialista ortopedico è il primo passo per una diagnosi corretta e per impostare la cura più adatta a ciascun paziente.




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