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Chi è e cosa fa l’ortopedico: il medico che si prende cura del movimento

  • Raffaele Pezzella
  • 21 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
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Quando un dolore articolare non passa, una spalla fa fatica a muoversi o un ginocchio “cede”, la figura di riferimento è l’ortopedico, detto anche chirurgo ortopedico.

Ma chi è davvero questo specialista? E cosa fa concretamente per aiutarci a tornare a muoverci senza dolore?



L’ortopedia: la medicina del movimento



L’ortopedia è la branca della medicina che si occupa di diagnosi, trattamento e prevenzione delle malattie e delle lesioni che riguardano l’apparato muscolo-scheletrico: ossa, articolazioni, muscoli, tendini e legamenti.


Il suo obiettivo è semplice ma fondamentale: preservare o ripristinare la corretta funzionalità del corpo, migliorando la qualità della vita del paziente, giovane o anziano che sia.




L’ortopedico: non solo un chirurgo



Anche se spesso viene chiamato “chirurgo ortopedico”, l’ortopedico non si occupa solo di operazioni.

Gran parte della sua attività è clinica, cioè dedicata a visite, diagnosi e terapie conservative.


Durante una visita ortopedica, lo specialista:


  • ascolta i sintomi e la storia clinica del paziente;

  • esegue una valutazione del movimento e della forza muscolare;

  • prescrive, se necessario, esami diagnostici (radiografie, ecografie, TAC o risonanze);

  • elabora un piano di cura personalizzato, che può includere fisioterapia, farmaci antinfiammatori, tutori o infiltrazioni articolari.



Solo quando le terapie conservative non sono più efficaci, l’ortopedico valuta l’indicazione a un trattamento chirurgico.




Il ruolo della chirurgia ortopedica



La chirurgia ortopedica è una parte importante — ma non esclusiva — del lavoro dell’ortopedico.

Serve per riparare, ricostruire o sostituire le strutture danneggiate dell’apparato locomotore, restituendo stabilità e funzionalità alle articolazioni.


A seconda del problema, la chirurgia può essere:


  • Mini-invasiva o artroscopica, eseguita attraverso piccole incisioni con una telecamera (artroscopio). È utilizzata per riparare menischi, legamenti o tendini, riducendo dolore e tempi di recupero.

  • Ricostruttiva, per riallineare o stabilizzare ossa fratturate, con placche, viti o chiodi.

  • Protesica, cioè la sostituzione parziale o totale di un’articolazione (come anca, ginocchio o spalla) con una protesi biocompatibile, personalizzata sulle caratteristiche del paziente.

  • Correttiva o preventiva, utile per riallineare arti o correggere deformità congenite o acquisite (come ginocchio valgo, piede piatto o scoliosi).



Oggi, grazie alla tecnologia e alle nuove tecniche chirurgiche, gli interventi ortopedici sono sempre più precisi, sicuri e con tempi di recupero ridotti.

La chirurgia robotica, la navigazione computerizzata e le protesi su misura permettono risultati ottimali e una ripresa più naturale del movimento.




Dopo l’intervento: la riabilitazione



La chirurgia è solo una tappa del percorso di cura.

Dopo l’intervento, l’ortopedico segue il paziente nel percorso riabilitativo, in collaborazione con fisioterapisti e specialisti della riabilitazione.

Un recupero ben guidato è essenziale per ritrovare forza, mobilità e sicurezza nei movimenti.




Quando rivolgersi all’ortopedico



Non bisogna aspettare un trauma per fissare una visita ortopedica.

È consigliato consultare lo specialista in caso di:


  • dolori articolari o muscolari persistenti;

  • rigidità o difficoltà nei movimenti;

  • gonfiore o instabilità articolare;

  • conseguenze di traumi o cadute;

  • sospetta artrosi o tendinopatia.



Anche chi pratica sport regolarmente può trarre beneficio da controlli periodici, utili per prevenire infortuni e migliorare le prestazioni.

 
 
 

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